CARRELLO

[vuoto]

ALBERTO ABATE

Opere Uniche | Senza titolo | cod.3189new


Valutazione di mercato:
3.250,00 €


2.500,00 €






Specifiche

Senza titolo
35x45
Olio
1
Olio su tela
Senza cornice


L'ARTISTA

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ALBERTO ABATE
Alberto Abate nasce a Roma il 16 marzo del 1946 da famiglia di artisti di origine catanese: il padre, lo scultore Carmelo Abate, è attivo – tra l’altro – nella Fabbrica dell’EUR – allora E.U. (Esposizione Universale) – e lo zio paterno, Alessandro Abate, è un riconosciuto pittore, acquarellista e apprezzato affreschista. Negli anni Cinquanta Abate frequenta a Catania il locale Istituto d’Arte: i suoi maestri sono lo scultore Domenico Tudisco e il pittore Giuseppe Giuffrida. Dopo il diploma, si iscrive all’Accademia di Belle Arti e, a diciannove anni, riceve il primo incarico come docente di “Disegno dal vero” all’Istituto d’Arte di Catania, incarico che manterrà fino al 1973. L’anno seguente si trasferisce a Padova per insegnare all’Istituto d’Arte “Pietro Selvatico”. I periodi catanese e padovano sono caratterizzati dall’impegno e dalla passione politica e dall’intenso studio dei linguaggi e delle tecniche artistiche e pittoriche. Nel 1980 Abate è tra i protagonisti del progetto di rinnovamento culturale ed artistico promosso dalla galleria “La Tartaruga” (Roma) di Plinio de Martis e con la storica collettiva Una mostra di sei pittori inaugura la nascita dell’estetica del movimento detto dell’Anacronismo. I pittori Anacronisti, in aperta contrapposizione con le esperienze concettuali che avevano monopolizzato il sistema artistico negli anni Settanta, rivendicano una visione dell’arte figurativa non condizionata dal tempo, intendendo la loro attività creativa come un ‘ritorno alla Pittura’ attraverso il recupero del suo linguaggio tradizionale e della sua memoria estetica, storica e tecnica. Il valore e l’originalità del movimento Anacronista sono confermati con l’esposizione del 1982 La Pittura Colta curata da Italo Mussa presso la galleria romana “Pio Monti”, alla quale Abate prende parte insieme a Carlo Maria Mariani, Ubaldo Bartolini e Roberto Barni. È della fine degli anni Novanta la rielaborazione della propria visione teorica, che lo porta a identificare nel sincretismo il culmine necessario dell’arte di fine millennio. Abate ha insegnato “Storia dell’arte contemporanea” e “Semiologia delle arti visive” alla Facoltà di Architettura dell’Università di Catania e ha collaborato con la pagina culturale del Corriere del Veneto del Corriere della Sera. Edward Lucie-Smith segnala Abate come uno dei venti artisti italiani più rappresentativi degli ultimi decenni del Novecento (ArToday, Phaidon Press, London 1995) e lo inserisce tra gli artisti leader del movimento neoclassico internazionale (ArTomorrow, Terrail, Parigi 2002). Linda Kaiser, nel suo L’anacronismo e il Ritorno alla Pittura: l’Origine e la Meta (Silvana Editoriale, Milano 2003), colloca Abate tra i maggiori esponenti del movimento e Sylvano Bussotti gli dedica un capitolo del suo Disordine alfabetico (Spirali Edizioni, Milano 2002). Di Abate si parla ampiamente nel volume Sul filo della memoria (Laterza, Bari 2010) di Domenico Guzzi. È scomparso dopo breve malattia nel 2012 all’età di 65 anni.
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